La cefalea a grappolo: caratteristiche, cause, rimedi
Fra le forme di cefalea, quella a grappolo è la più temuta, la più dolorosa (tanto da essere nota anche come "cefalea del suicidio) e la più difficile da combattere. Vediamo perché e come affrontarla.
La cefalea a grappolo (CG), un tempo definita la "cefalea del suicidio", è una cefalea primaria estremamente violenta e disabilitante che colpisce il 3% della popolazione generale, con netta prevalenza nel genere maschile con un rapporto 2–3:1. Nel 10% dei casi la forma è cronica, cioè senza periodi di remissione. Gli attacchi di cefalea sono parossistici con dolore lancinante, severa intensità, durata variabile tra 15 e 180 minuti, in sede orbitaria, sovra-orbitaria e/o temporale, strettamente unilaterali e possono presentarsi fino anche a 8 volte al giorno.
La cefalea è associata a una o entrambe le seguenti condizioni (almeno uno dei seguenti sintomi o segni omolaterali al dolore):
1.
a) iniezione congiuntivale e/o lacrimazione
b) congestione nasale e/o rinorrea
c) edema palpebrale
d) sudorazione facciale e frontale
e) arrossamento facciale e frontale
f) sensazione di orecchio pieno
g) miosi e/o ptosi
2. sensazione di irrequietezza o agitazione. Nella forma episodica gli attacchi si verificano generalmente con una ricorrenza stagionale per un certo numero di settimane per poi sparire, ad esempio sempre stesso mese dell’anno, o a uno stesso orario. Nella forma cronica invece gli attacchi sono presenti tutti i mesi dell’anno, senza un’interruzione che superi i 30 giorni. Per quanto la sede del dolore sia spesso la stessa, le caratteristiche sopra descritte, soprattutto la durata e la sensazione di irrequietezza, ben la distinguono dall’emicrania.
Eziopatogenesi
Il meccanismo eziopatogenetico della CG non è ancora chiaro. Si è documentata una compromissione funzionale a livello dell’ipotalamo, una zona cerebrale profonda, che potrebbe spiegare la ciclicità e ricorrenza degli attacchi, che si presentano il più delle volte allo stesso orario o nella stessa stagione dell’anno. È stata dimostrata anche disregolazione della ritmicità della ghiandola pineale con alterazione della secrezione di melatonina (che regola il ciclo sonno veglia), cortisolo e GH.
I soggetti con cefalea a grappolo hanno spesso un aspetto fisico caratteristico, il viso viene definito come facies leonina (bozze frontali e mascellari prominenti), alta e robusta corporatura; concomita il più delle volte un profilo di personalità che può andare da tratti di ansia a rabbia e agitazione; solitamente si dedicano a sport estremi, giocano d’azzardo o sono forti bevitori o fumatori.
Terapia
Per la sua gravità ed importante disabilità i centri cefalee sono particolarmente attenti a fornire un tempestivo trattamento, purtroppo le opzioni terapeutiche farmacologiche sono limitate. La terapia acuta della CG si avvale di un unico farmaco (sumatriptan 6 mg sc) o dell’ossigeno per via inalatoria. La profilassi si base sull’uso in prima linea di verapamil, e poi di prednisone, litio. Tuttavia, una percentuale discreta di pazienti risponde parzialmente o affatto a tali terapie preventive, necessitando di politerapie responsabili di diversi eventi avversi. Infine esistono forme farmaco-resistenti trattate con neurostimolazione invasiva del nervo grande occipitale. A breve saranno disponibili altre terapie, più mirate come gli anticorpi monoclonali.
COSA FARE IN CASO DI MAL DI TESTA (a chi rivolgersi)
Se soffri di mal di testa la cosa migliore è:
1) compilare un diario della cefalea così da registrare gli attacchi e portarlo in visione al medico
2) recarsi da un medico esperto di Cefalee o presso uno dei centri Cefalee sparsi sul territorio italiano (https://www.anircef.it/).
RIMEDI NON FARMACOLOGICI
I nutraceutici sono i rimedi non farmacologici più usati nella cefalea.
Tra i nutraceutici più usati ci sono quelli a base di magnesio, coenzima Q10, riboflavina, partenio, derivati del ginkolide B e melatonina. L’utilizzo dei nutraceutici è indicato sia negli adulti o nei ragazzi e bambini, proprio per evitare in primis l’utilizzo di terapie farmacologiche.
Si possono assumere in monoterapia o associarli a terapie farmacologiche, nel primo caso se la frequenza della cefalea mensile è bassa. Necessario in ogni caso il consulto medico.
Un recente lavoro, ma da confermare con studi ad hoc, suggerisce che un basso livello di vitamina D in virtù delle sue capacità antiossidanti e anti-infiammatorie, possa essere correlato alla cefalea, pertanto ripristinare un corretto livello di vitamina D può favorire una riduzione degli attacchi di cefalea.
Tra i rimedi non farmacologici esistono una serie di studi su dieta alimentare e cefalea poiché è dimostrato che l’obesità si associa ad un più alto rischio di cefalea per liberazione di sostanze pro-infiammatorie da parte degli adipociti (cellule grasse). Tra gli approcci dietetici attualmente riconosciuti per la prevenzione dell’emicrania la dieta chetogenica è sicuramente la più efficace. È una dieta con forte deprivazione di carboidrato ma con un relativo aumento della componente dei grassi, per favorire l’utilizzo della via metabolica della chetogenesi. È una ‘terapia’ alimentare da fare sotto stretto controllo medico.
L’approccio multidisciplinare è a mio avviso la strategia terapeutica migliore. Il cambiamento di stili di vita scorretto (alimentazione non adeguata, inattività fisica, eccessivo consumo di alcol, fumo, caffè, etc.) e l’utilizzo di tecniche complementari come agopuntura, osteopatia, fisioterapia possono avere un’influenza positiva nel ridurre la cefalea. In molti casi una valutazione psicologica può essere di aiuto per identificare e trattare fattori stressanti o indirizzare verso un percorso individuale o tecniche di rilassamento (training autogeno, mindfulness, etcc).
Quale approccio scegliere tra questi sarà compito dello specialista nelle cefalee, che in base al tipo cefalea e abitudine del paziente, suggerirà la più idonea.