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Rubrica del mal di testa: il cioccolato

Rubrica a cura di un gruppo di dottoresse esperte in cefalee, appartenenti a vari centri cefalee italiani. La dottoressa Cinzia Aurilia ci parla dell’influenza del consumo di cioccolato sull’emicrania.

Se si chiede ad un soggetto emicranico quali ritiene siano le principali sostanze alimentari sospettate di scatenare un attacco, tra le varie egli menzionerà certamente il cioccolato. Ciò viene sostenuto anche dalla maggior parte dei medici. La privazione del cioccolato dalla dieta, per lungo tempo consigliata, è di per sé un supplizio, visto il piacevole gusto e l’effetto energizzante, ma anche un possibile rischio per la salute se è vero che il cioccolato svolge funzioni protettive importanti su diversi apparati e sistemi.

 

Diversi lavori scientifici evidence-based testimoniano il ruolo favorevole del cioccolato su diversi apparati del corpo umano. È stato osservato che l’assunzione di 6.3 g/die di cioccolato fondente in soggetti con ipertensione arteriosa in stadio iniziale induce una riduzione media di 2-3 mmHg dei valori di pressione arteriosa. I polifenoli del cioccolato influenzano direttamente la resistenza insulinica e riducono il rischio di diabete. Inoltre, per via dell’azione sull’ossido nitrico, sul metabolismo dei grassi e sul senso di sazietà, diversi studi suggeriscono un possibile ruolo protettivo del cioccolato fondente verso lo sviluppo dell’obesità. Il consumo di cioccolato migliora l’efficienza della memoria e provoca un incremento dello stato di vigilanza, attenzione ed efficienza cognitiva. Infine, il cioccolato può influire positivamente sul tono dell’umore, anche se tale effetto sembra essere di breve durata. Il contenuto di magnesio può riequilibrare il livello di acidità gastrica e migliorare i processi digestivi, aumentando il senso di sazietà. Oltre al noto effetto idratante ed emolliente esercitato dal burro di cacao sulla pelle, esistono evidenze a favore di un ruolo di protezione della cute verso i raggi UV esercitato da alcuni polifenoli del cioccolato (flavonoli).

 

Nel corso degli ultimi 32 anni, 14 studi clinici pubblicati hanno indagato il rapporto tra cioccolato e emicrania. Gli unici 3 studi in doppio cieco (che hanno confrontato il cioccolato con il placebo) dimostrano univocamente che il cioccolato non ha effetti scatenanti sull’emicrania, comportandosi non diversamente dal placebo. Nei rimanenti 11 studi, l’effetto scatenante del cioccolato è molto dubbio ed estremamente variabile, oscillando dallo 0% al 22.5% dei casi. A questo punto gli emicranici potrebbero a questo punto affermare che i dati scientifici negano sì che il cioccolato sia scatenante ma che la propria esperienza clinica dice esattamente il contrario. Come risolvere questa diatriba? Una spiegazione c’è e riguarda i cosiddetti prodromi. Si tratta di sintomi premonitori, molto eterogenei, presenti nel 25-30% degli emicranici ben prima che compaia l’attacco, talora anche durante le 24 ore precedenti. Tra i prodomi figura anche il bisogno di cibi, cioccolato incluso. Questo spiega perché alcuni emicranici già il giorno prima dell’attacco riferiscano sonnolenza, irritabilità, aumentato senso di sete ed aumentato appetito verso i dolci, cioccolato in primis. Ecco quindi una possibile spiegazione: non è l’ingestione del cioccolato in sé a produrre l’attacco emicranico, ma piuttosto la fame di cioccolato (cui in genere segue la sua ingestione) è il campanello di allarme di un attacco emicranico che si sta sviluppando. La restrizione dell’uso di cioccolato nel soggetto emicranico è quindi priva di basi scientifiche mentre l’uso di quantità moderate, anche giornaliere, di cioccolato fondente ha invece un effetto positivo per la salute cardiovascolare e neurologica.

 

Dott.ssa Cinzia Aurilia

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